giovedì 5 dicembre 2013

FOGGY


                                            Sempre il numero 1 nel mio " vecchio" cuore bicilindrico...
Perché si correva i pericolosi stradali vincendoli: il suo record sul giro al TT è durato ben 10 anni!! Al traguardo la sua Yamaha era cosi distrutta dalla velocita' a cui l'aveva spinta e dalle tremende sollecitazione ricevute dal temibile asfalto del Mountain ;che la gente stentava a credere che fosse riuscita a giungere al traguardo.
Storica fu la frase: "Non ho mai visto una moto cosi' distrutta senza esser caduta " !!!
Perchè corse l'Endurance ,vincendo il campionato per pagarsi la Superbike: scorse l'elenco e disse:" si tanto questi posso batterli tutti !". Perchè In SBK era tutto cuore e manetta ed ad Assen ti portava a scuola ! 4 titoli Mondiali nelle derivate di serie: come lui nessuno mai !!! Fermato solo da una caduta e un brutto infortunio ad un braccio !
Perchè c'aveva gli occhi a Matto molto, ma molto prima di Caraccilo !!!
E perchè  a tutt'oggi c'ho sempre la sua maglietta ormai semi distrutta da troppi lavaggi e troppi km on the road , comprata al Motor Show dopo il 3 mondiale !!
Per sempre Re !!!

Brothers

                                                 
                                                 JOEY AND ROBERT DUNLOP

...di certo lassu' continuerete a correre senza piu' limiti ne barriere ...riposate in pace anzi in velocita' !!!

mercoledì 4 dicembre 2013

VANS...PELOSE PER L'INVERNO.... E IL NUOVO MODELLO CHE VERRA'....

VANS SK8 HIGH SCOTCHGARD


VANS LXVI SEGMENT......il nuovo che avanza !
Ancora le Segment-Qua si nota bene il nuovo disegno del "baffo" della vans 


Infine le nuove OTW le All Weather di casa Vans basate sulla Silhouette delle Alomar 

SAPORE DI SALE ....

Bonneville

Bruciaaaaaaaaa !!!


CUTAWAY


Yamaha YZR 500 -Lawson- 1993

Suzuki 500- Barry Sheene

Indy Car- Lola LT 93- Al Unser Jr

Lancia Stratos HF Munari-Mannucci

AC COBRA - 1965

Toyota 7  Sport Prototipo

Ducati 900ss

Ferrari F1 Turbo -1985 -Michele Alboreto

Honda RVF 750


Tyrrel P34/A -1976-Depailler / Scheckter

martedì 3 dicembre 2013

CIBO PER LA MENTE


DI MICHELE LUPI - ED.FELTRINELLI.

Un libro che non parla solo di motociclisti, ma di velisti, alpinisti, velisti; sub.
Un libro che parla sopratutto di uomini con una passione talmente grande su cui  essi basano la loro intera esistenza. 
Una passione , un ossessione o un amore ; quello spetta a voi deciderlo.
Uomini coraggiosi o pazzi , ma tutti comunque con una grande storia da raccontare; che vi lascera' a bocca aperta,
E' uscito un po' di tempo fa', ma sono sicuro che non faticherete molto per recuperarlo.
Leggetelo, vi fara' bene alla mente ma sopratutto al cuore !!! MMT

LA LEGGENDA DI KENNY BLAKE

L’autobus a due piani fu stoppato dai poliziotti e non mi restò che scendere. Il cartello arancione che avevo di fronte recava la scritta “Ballagarey”. Quel nome non mi suggeriva niente di particolare, ma ormai era tardi per andare avanti, la chiusura del traffico era già scattata. Entro mezz’ora sarebbe iniziata la sessione pomeridiana di prove.

Mi sistemai dietro un muretto per mangiare un panino in pace, ma il primo morso fu accompagnato da una goccia d’acqua in fronte. Pioggia. Al diavolo, almeno un’ora di ritardo sul programma. Uno dei marshal si avvicinò per accendermi una sigaretta con un Ronson d’oro massiccio. Non mi stupì la sua cortesia, ma la domanda che seguì:

“Sei qui per Kenny Blake?”.

“No, non conosco Kenny Blake”.

“Mi spiace per te. Dovresti”.

“Beh, raccontami di lui, allora. Tanto c’è tempo, no?”.

Il marshal cominciò la sua vecchia storia e da quel momento di sigarette ne avrei fumate almeno tre di fila, con gli occhi sgranati e il cuore in tumulto. Tornato in sala stampa, mi sarei tuffato febbrilmente tra le braccia dei colleghi inglesi, per capire se quella che avevo appena ascoltato era una favola strana o cos’altro. 

No. Ciò che il marshal mi aveva narrato era tutto vero. Ma nessuno, proprio nessuno, la definiva più una semplice storia, quella. Tutti ormai la chiamavano, con un pizzico di nostalgia, “la leggenda di Kenny Blake”.

Kenny Blake nel 1981 compì 32 anni. Nel suo paese d’origine, l’Australia, era considerato più di un eroe. Cinque anni prima, in un tracciato ricavato sull’aeroporto di Laverton, nello stato di Victoria, era stato protagonista di un’infuocata sfida contro la MV 500 di Giacomo Agostini. Con una tifoseria spaccata tra emigranti d’origine italiana e fans di ceppo anglosassone, sembrò più una partita di calcio che una corsa. Al nono giro, quando Kenny passò Mino con una staccata strepitosa, la gioia dei locali esplose incontenibile. Al traguardo Blake fu sommerso da un mare di folla, fluttuante e impazzita. Il giorno dopo, eccolo ricevuto con tutti gli onori dal primo ministro australiano. Fu allora che divenne prigioniero di una promessa terribile e affascinante: “Un giorno vincerò la corsa più antica e pericolosa al mondo: il Senior TT dell’Isola di Man”. 

Decise di emigrare in Europa e col 1981 arrivò il suo grande annuncio: “Questo è l’anno buono. Ora ho esperienza e posso vincere il Senior TT. Ma a 32 anni sarà l’ultimo tango della mia carriera. All’isola di Man avrò solo una pallottola in canna e poi basta. Posso farcela, non sbaglierò”.

Isola di Man, martedì 9 giugno 1981, ore 10,00.

I piloti con i numeri bassi sono già partiti. In testa a ciò che resta del serpentone rombante dei centauri in attesa d’avviarsi, c’è Kenny Blake con una Yamaha 348 cc della Oxford Road Service Station. Casco azzurro e tuta rossa, si tufferà verso Bray Hill con il numero 26 in carena. La cilindrata della sua moto è disperatamente bassa per battere il mucchio selvaggio delle Suzuki 500 e il numero di gara è inesorabilmente alto per avere i primi come punto di riferimento. In fondo questa è una gara a cronometro.

Eppure Kenny è contento. In prova, malgrado la sua piccola TZ, ha fatto segnare uno stupefacente secondo tempo, a 179,5 km/h di media, a soli 2” dalla Suzuki ufficiale di Crosby. 

Tocca a lui, adesso. 

Kenny fa salire di giri il motore, ha già ingranato la prima e sta fissando il cronometrista, attendendo la pacca sulla spalla del via. Ma un marshal gli si fa davanti incrociando le braccia. La sua Yamaha perde olio, maledizione. Non può partire in queste condizioni. Blake si fa da parte, i suoi meccanici saltano il muretto dei box e intervengono. 

Fissatevela bene in mente, questa immagine. Due uomini chini su una moto e al loro fianco lui, un pilota immobile. Il sogno della sua vita sta sfumando beffardo e Kenny Blake se ne sta calmissimo ad aspettare. Guarda lontano, sereno, con occhi da marinaio. Ritto, le braccia molli e le gambe parallele ma un po’ oblique, col peso del corpo spostato sull’anca destra quasi a simulare una noia nobile e sottilmente frivola.

Minuti come macigni, poi il silenzio. Sono partiti tutti e novantaquattro, lui no.

Quando il motore della Yamaha n.26 ronza giù da Bray Hill, gli spettatori sono già distratti. Mick Grant è in testa, scatenato, e solo Charlie Williams sembra resistergli. Piove sulla Montagna e Kenny arranca con gomme d’asciutto. Pure questa.

Primo giro dei sei in programma. Tra i boy-scout che aiutano i cronometristi serpeggia un dubbio, c’è qualcosa che suona fasullo nella parte bassa della classifica in tempo reale. Un pilota che era dato per fanalino di coda pare aver recuperato venti posizioni. Il suo nome è Kenny Blake.

Non è un errore. E da lì in poi i boy-scout eviteranno di controllare, ci crederanno e basta. 

Alla fine del secondo giro Peter Kneale, il guru di Radio TT, annuncia via etere il ritiro di Charlie Williams, confermando che Mick Grant è comodamente in testa seguito da Donny Robinson. “E poi, anche se la notizia non riguarda la parte alta della classifica, vorrei aggiungere che la Yamaha di Kenny Blake è entrata tra i primi 50. Notevole, direi, considerando che si è avviata ultima”.

In Australia Kenny Blake è soprannominato “Snake on Ice”: serpente sul ghiaccio. Tanto affabile al paddock, quanto freddo in pista. Velocissimo, ma mai scomposto. A vederlo sembra quasi che punti solo al premio eleganza. Pare un bello che non balla. Invece no. Diventa perfetto quando esagera, lui, appena la lancetta della sua anima punta minacciosa verso la parte rossa del limite assoluto. Al terzo giro siamo nel cuore della corsa e lo speaker, dopo aver ribadito la leadership di Mick Grant, annuncia che la Yamaha n. 26 ha fatto ingresso nelle prime trenta posizioni. “Quite impressive” - è l’oxfordiano commento via radio. 

Proprio nel momento in cui la spinta propulsiva della rimonta dovrebbe essere ormai esaurita, comincia la rumba. Il canguro a razzo ha già bruciato molto, ma siamo solo al primo stadio. Pit-stop ai box. Se fosse una mano di poker, Kenny potrebbe chiedere di cambiare le carte. Di certo quando riparte è come se l’avesse fatto e gli fosse entrata una scala reale.

E’ ora, all’inizio del quarto giro, che Blake sferra il suo attacco vero e l’effetto sugli avversari è letteralmente devastante. 

Un missile bianco e azzurro fende la parte piatta del tracciato carezzando i muri, sfiorando gli alberi. Da Ballacraine giunge un ragguaglio cronometrico che Peter Kneale lancia in diretta su Radio TT, incurante di tutto il resto: “Un momento d’attenzione, signori. Credeteci o no, il pilota Kenny Blake è entrato tra i primi quindici”. 

Ma per poco. Quattordicesimo a Glen Helen, tredicesimo a Cronk-Y-Voddy, “Snakey” arpiona il dodicesimo posto quando impenna al salto di Ballaugh, poi l’undicesimo mentre vola sulla terrificante gobba diBallacrye e il decimo all’inizio del tratto di montagna, quello bagnatissimo, dove non può che badare a difendersi, con le sue gomme slick. Da Creg-Ny-Baa in poi il tracciato di 60,7 km torna asciutto e la partita si può riaprire.

Kenny Blake sfreccia, mentre dalla radio Peter Kneale, come un consumato attore teatrale, mescola silenzio a esaltazione, impastando ansiogene pause a torrenziali riprese e riservando ormai il suo personalissimo e autorevole cronometro solo alla Yamaha n.26.

“Attenzione, per favore. Al quinto dei sei giri in programma, vi comunico che Kenny Blake è entrato tra i primi dieci. Ma non è decimo né nono, bensì ottavo. L’australiano ha recuperato ottantasette posizioni e continua inesorabilmente a guadagnare sui migliori. No, non chiedetemi se sia realistico pensare a un possibile aggancio al gruppo dei leader. Perché risponderei che sarebbe irrealistico non pensarlo - e giù una pausa sapiente -: io vi dico che Kenny Blake può ancora farcela!” - grida così, quello che fino a poco prima era stato il radiocronista più compassato e vittoriano nella storia del TT.

Ultimo pit-stop per Kenny. Liscio come l’olio. Riparte e ricomincia la sua lezione di magìa adrenalinica. Irresistibile ma composto, tracimante ma di classe. A Braddan Bridge viene dato sesto da un cronometrista, verso Union Mills pare stia solleticando i talloni ai primi quattro della classifica. Cresce il timore per un suo errore o per un guasto alla moto. Le solite complicazioni del possibile.

Ma quel giorno “Snakey” sapeva che sarebbe stato infallibile fino alla fine e che la sua Yamaha non l’avrebbe tradito.

Già, e poi? E poi?

Guardavo il marshal pregando di continuare il racconto. Sudavo un po’, anche se il sole non era ancora tornato. Mi appoggiò una mano sulla spalla come per calmarmi, poi con l’indice puntò l’asfalto davanti a me: “In fondo possiamo capire Kenny Blake. Trascorriamo tutti una vita intera in attesa del momento buono, di sparare la pallottola giusta per fare l’impresa. Qualcosa che resti davvero. Un punto fermo. Ma quel giorno Kenny Blake mise ordine nella sua vita con una virgola. Una semplice virgola di caucciù. Proprio qui, guarda, a un palmo dalla riga di mezzeria”.

Fu Allan Robinson a fare l’annuncio in sala stampa quando mancava mezzo giro alla fine della corsa: “Mi rincresce d’informarvi, amici giornalisti, che il 32enne australiano Kenny Blake è rimasto ucciso sul colpo a seguito di un’uscita di strada a Ballagarey, a sole 900 yards da Union Mills”.

Più di vent’anni dopo quell’annuncio bucava il cuore come allora. Buttai in terra l’ultima sigaretta.

“A Ballagarey aveva piovuto per tre minuti. Una nube passeggera. Non fu lui a sbagliare - mi spiegò il marshal -, la sua traiettoria era inappuntabile, ma a tradirlo fu una piccola pozzanghera che provocò aquaplaning. Kenny fu disarcionato e finì contro un palo. Due secondi e tutto era finito per sempre. Almeno così pensarono i miei colleghi. Ma a conti fatti sbagliarono. Sono passati tanti anni da quel giorno e ancora oggi dei tifosi passano da qui per rendergli omaggio. Ecco, quando ti ho visto scendere dall’autobus pensavo fossi uno di loro”.

- “Hai sbagliato anche tu, ma di poco. Lo sono già da un quarto d’ora”.

Da quel pomeriggio io Kenny Blake non l’ho più dimenticato.




DI MARIO DONNINI.
Liberamente tratta dal suo libro "Tourist Trophy- La Corsa Proibita"


BURN OUT DI SERA....


lunedì 2 dicembre 2013

GIRL OF THE WEEK


PRONTA A SFIDARE ILTEMIBILE  SALE DI BONNEVILLE !!!

DA MAN FROM VENICE

Andate giu' a Venice Beach, negli assolati campetti ad un passo dall'oceano dove da sempre si gioca a basket , quello duro, quello di strada e provate a chiedere di un arzillo vecchietto di nome Ron Beals...
Vi diranno che ormai ha quasi 80 anni, ma non molla! 
Che ha girato il mondo col Basket e gli Harem Clowns, che ha giocato contro due leggende della palla a spicchi come  Sweet Water Clifton e Wilt Chamberlain, che è stato uno dei pionieri del Jump Shot ( il tiro in sospensione) e gioca fin dagli anni 70 sull'asfalto rovente di Venice. 
Insomma una vera Street Legend !
Lo riconoscerete di certo anche in quel fantastico film sul basket di strada che è: "Chi non salta bianco è" , in alcune delle scene piu' comiche girate proprio li' a Venice .
 Il vecchio Beals è lo spilungone di colore con barba bianca, maglia a righe e degli improbabili Spandex fucsia...Indimenticabile  !!!












domenica 1 dicembre 2013

Ciao " Rambo " !!! R.I.P.



"Rambo" io ti voglio ricordare cosi: ti voglio ricordare ai tempi delle fumose 250 Gp, quelle vere, quelle a due tempi ! 
Quelle senza elettronica, quelle da tutto o niente! 
Degli epici duelli in pista e delle sportellate con Biaggi e Capirossi!
 Ti voglio ricordare come un duro, ma dal cuore tenero !
Non ti arrabbiavi mai anche dopo le sfide piu' accese !
Eri uno che non levava mai e che non si tirava indietro mai !
 Fuori da Lerici (Sp):
Tanta manetta, tanto cuore, forse troppo, e tanta tantissima sfortuna  e infortuni; in una carriera che di certo avrebbe meritato di piu'...Ciao Doriano ! Dagli del Gass anche lassu' !!!